Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil di Brescia hanno proclamato 8 ore di sciopero per tutta la giornata di lunedì 4 ottobre a sostegno della manifestazione di protesta davanti ai cancelli della sede di Carpenedolo della Gianetti Ruote a sostegno dei lavoratori del sito di Ceriano Laghetto.
Qui sono arrivate da tutta la Lombardia più di cento persone per un sit-in contro la decisione dell'azienda di lasciare a casa 152 operai della storica realtà brianzola.
Il futuro preoccupa: "Allo sblocco dei licenziamenti post-pandemia, l'1 luglio la proprietà ne ha subito attivato la procedura, la prima in tal senso in Italia, per i lavoratori di Ceriano, in presidio permanente da 75 giorni - ha ricordato Ferdinando uliano, segretario nazionale Fim-Cisl - e tutto ciò solo per ragioni finanziarie, rifiutando trattative di reindustrializzazione o soluzioni occupazionali socialmente sostenibili: un atteggiamento intollerabile, come gettare benzina sulla fabbrica. Ciò che sta accadendo alla Gianetti è l'emblema di una situazione che può presentarsi altrove, in particolare in un settore, come quello dell'automotive, in forte evoluzione e in fase di transizione."
Il segretario generale della Fim-Cisl Brescia Stefano Olivari aggiunge: "C'è voglia di reagire e tutelare i posti di lavoro: a tal proposito, i sindacati ci sono e questa manifestazione ne è una prova concreta."
"Dopo due anni di battaglie siamo uniti, noi stiamo morendo ed è il momento di dire basta, insieme, compatti." conclude Cissè Ibrahima, R.S.U. Fim della ditta di Carpenedolo.
Infine è unitario l'appello al Governo, fino ad ora spettatore non protagonista della vicenda.
L'azienda ha rifiutato qualsiasi proposta di piano industriale, dichiarando di non avere possibilità di investimento nei prossimi tre anni.
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